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Trento, 6 gennaio 2004
«SE TUTTO VA BENE CI SARA’ LA PAROLA FINE A PASQUA»
Il deputato verde Marco Boato è al centro del dibattito politico nazionale per la sua legge sulla Grazia
intervista del Trentino a Marco Boato, pubblicata il 6 gennaio 2004

Una giornata iniziata all’alba, con un volo Bolzano-Roma. Proseguita con un infuocato duello mediatico (dal taxi via telefonino) con l’onorevole Taormina su “Sky news” e culminata alla Camera nella riunione dei capigruppo sollecitata nientemeno che dal Capo dello Stato. Alla fine - dopo decine di interviste - Marco Boato era esausto. La sua proposta di legge sarà in aula già il 29 di questo mese e godrà anche di tempi contingentati nella discussione. Con, a questo punto, un solo (grosso?) scoglio.

Onorevole Boato è soddisfatto del risultato portato a casa dopo la riunione dei capigruppo?
«Mi pare di poter dire che è andata molto bene. Si sapeva già chi era contro il mio disegno di legge: parte della Lega, parte di An e Giovanardi dell’Udc. Che non si potesse risolvere tutto in Commissione legislativa (serviva l’unanimità) era altrettanto noto visto che sarebbe servita l’unanimità dei capigruppo, ipotesi non realizzabile».

Ora quale è la scaletta che attende il decreto legge di cui è primo firmatario?
«Il 18 o il 14 di questo mese ne riprenderemo l’esame in commissione da cui verrà, con tutta probabilità, licenziata entro una settimana. Sarà in aula alla fine di gennaio, con un anticipo di un mese rispetto alla calendarizzazione originaria. Entro marzo potrebbe approdare al Senato, per diventare (salvo sorprese sempre possibili in politica) legge prima di Pasqua. Questo almeno è il mio aspicio, ragionevole».

Boato, in commissione potranno arrivare degli emendamenti alla sua proposta.
«Certo è uno, in particolare, rischia di essere il nodo più grosso».

Si riferisce agli emendamenti annunciati dal capogruppo di An, La Russa?
«Si; La Russa in capigruppo ha fatto i fuochi artificiali. Ha detto di voler inserire un emendamento che consenta la concessione della grazia solo a chi ne abbia fatta esplicita richiesta».

Un modo per non farla ottenere ad Adriano Sofri che si è sempre rifiutato di compiere questo passo.
«Ma è soprattutto un inquietante passo indietro: questa era la dizione prevista dal codice fascista, dal codice Rocco. Non credo proprio che la Camera, impegnata con questo disegno di legge a guardare avanti, a superare un evidente empasse, voglia tornare al codice fascista».

La destra pretende che la stessa corsia preferenziale riservata alla questione Grazia, tocchi alla legge sui risarcimenti per le vittime del terrorismo.
«Sì, peccato che quella legge non sia affatto della Cdl ma abbia come primo firmatario Bielli, che è un Ds, Di più. Il sottoscritto ha da poco chiesto al Governo che anche i famigliari delle vittime della strage di Nassirya possono essere risarcite con lo stesso strumento. Ma lo stop è arrivato proprio dal Governo visto che, parole loro, attualmente non esiste la copertura finanziaria per operare un simile passo. Insomma la richiesta è di An è pura demagogia».

Il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Cosimo Ventucci (Forza Italia), sostiene che si va a toccare una legge costituzionale e che, quindi, non si può procedere con una legge ordinaria.
«Ventucci ha detto una sciocchezza. Lo dicono molti insigni giuristi e lo testimonia l’intervento del Presidente della Repubblica Ciampi per accelerare questa legge. Ciampi è il custode della Costituzione, di questa Costituzione; non di quella che verrà. Ed è chiaro che non c’è bisogno, per rendere esclusivi i poteri del presidente in termini di Grazia, di nessuna legge costituzionale. La procedura ordinaria, con buona pace di molti, è sufficiente».

 

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